gli ingredienti

Il punto di forza dei nostri gelati è l’utilizzo di prodotti di primissima qualità.
Domenico infatti, è alla ricerca costante di quei prodotti che confericono alla loro terra, un marchio identificativo. Tra questi abbiamo, il latte 100% Italiano, le nocciole 100% Piemonte, il pistacchio di Bronte, il limone di Sicilia e tutta la vastissima gamma di alimenti presenti sul territorio e attestati da un riconoscimento IGP.

Il Latte

Elemento principale per la composizione del gelato, è il latte. A tal proposito, per poter produrre un buon gelato, è fondamentale conoscerne le sue caratteristiche, le proprietà organolettiche e le modalità di lavorazione e conservazione. La ditta Penna quindi, fa dell’utilizzo di questa materia prima, un vero e proprio culto, testandone in prima persona il gusto e la freschezza. Ecco perché il latte impiegato per la produzione dei propri gelati, è fresco e di origine italiana. Inoltre essendo un alimento molto apprezzato dalla famiglia, viene quotidianamente sottoposto a degustazione, prima dell’impiego nella lavorazione, così da avvalersi di uno dei punti salienti, per la produzione di un buon gelato: il gusto. Fondamentale inoltre, nella filiera che segue la lavorazione del gelato, è la pastorizzazione, motivo per cui, prima di essere lavorato, il latte viene pastorizzato in appositi macchinari, così da conferire sterilità al prodotto.

Le Uova

Le uova, ricche di sali minerali tra cui il fosforo, necessario per la formazione delle ossa. E’ una fonte di ferro, in una forma facilmente assimilabile. E’ una buona fonte di zinco, un minerale essenziale per il buon funzionamento del sistema immunitario.

Le uova utilizzate dalla nostra azienda, provengono da una filiera integrata verticalmente con rigorosi controlli in ogni fase produttiva.

Ogni anno, vengono eseguiti 1 milione di analisi in tutti i processi della filiera. Il monitoraggio e il controllo, uniti al continuo ammodernamento degli impianti produttivi e allo sviluppo di nuove tecnologie di allevamento e automazione, garantiscono la massima sicurezza e la qualità del prodotto finale.

Dall’uovo in guscio all’ovoprodotto, il presidio dell’intera filiera produttiva garantisce alti standard qualitativi, assicurando un prodotto eccellente.

Il Cacao

Questa pianta prende il suo nome da una parola d’origine proto amerinda pronunciata “kakawa”. I primi agricoltori che iniziarono la coltivazione della pianta furono i Maya intorno al mille a.C.
Il termine scientifico “theobroma cacao” (cibo degli dei), venne indicato da Carlo Linneo nel XVIII sec. per le numerose proprietà attribuite al cacao dai popoli dell’America centrale.
I semi erano: un simbolo di prosperità nei riti religiosi; una medicina capace di guarire le malattia della mente e del corpo. Nel 1502 Cristoforo Colombo sbarcò nelle terre dell’Honduras dove gli vennero offerti semi di cacao e la bevanda prodotta da questi semi. Il gusto della cioccolata di allora non fu particolarmente piacevole per gli Europei e Colombo non gli diede particolare importanza. Diciassette anni più tardi però, nel 1519, Hernàn Cortéz, arrivato dalla Spagna per conquistare la Nuova Terra, venne scambiato per il dio della leggenda Quetzacoalt, e quindi accolto pacificamente dall’imperatore Montezuma.
Gli venne regalata una piantagione di cacao e tutti i profitti che essa avrebbe portato. Cortéz si rese subito conto del valore economico del cacao e lo portò con sé in Spagna, in cui furono i frati, grandi esperti di miscele e infusi, a sostituire il pepe e il peperoncino che si usava precedentemente, con lo zucchero e la vaniglia creando una bevanda dolce e deliziosa.
La cioccolata arrivò in Italia nel 1606 grazie ad Antonio Carletti un commerciante fiorentino. Fino al Settecento era conosciuta solamente come bevanda, a cui erano ricondotte straordinarie qualità benefiche.

L’azienda Penna ha quindi fatto una cernita del miglior cacao presente in commercio, creando un mescola di caco blend e offrendo al suo prodotto un profumo ed un sapore inconfondibile.

Le Nocciole del Piemonte

La denominazione Nocciola del Piemonte o Nocciola Piemonte designa il frutto della cultivar di nocciola Tonda Gentile delle Langhe, coltivato nel territorio individuato nel decreto di riferimento all’interno della Regione Piemonte.

La varietà Tonda Gentile delle Langhe è caratterizzata da un guscio molto duro e completamente pieno che consente buone rese alla sgusciatura (40% – 50%). La Nocciola Piemonte, è particolarmente apprezzata dall’industria dolciaria per i suoi parametri qualitativi quali forma sferoidale del seme, gusto ed aroma eccellenti dopo tostatura, elevata pelabilità, buona conservabilità. Per questi motivi la Nocciola Piemonte è universalmente conosciuta come la migliore al mondo.

Il prodotto finale che ne deriva è rappresentato dalle nocciole sgusciate o da prodotti dolciari quali il giunduja, la torta di nocciole, la crema di nocciole, il torrone dove la nocciola costituisce l’ingrediente fondamentale e esprime al massimo le proprie caratteristiche.
A tal proposito, Domenico Penna utilizza per le sue creme, solo nocciole 100% Piemonte, così da conferigli un gusto inconfondibile.

Il Caffè

La parola d’origine araba, per contraddistinguere la pianta del caffè è “qahwa”. Molti sostengono che il termine caffè derivi dal nome della regione in cui questa pianta era maggiormente diffusa ovvero la Caffa, nell’Etiopia sud-occidentale.
Oggigiorno i maggiori produttori mondiali di caffè sono, nell’ordine, Brasile, Vietnam, Colombia ed Indonesia. Seguono, con ordine variabile a seconda delle annate, Messico, Guatemala, Honduras, Perù, Etiopia ed India.
Il caffè è una bevanda che si ottiene dalla torrefazione e macinazione di semi di alcune specie di alberi tropicali (Coffee) appartenenti alla famiglia botanica delle Rubiaceae.
Nel mondo esistono circa un centinaio di specie di Coffee, tuttavia quelle riconosciute importanti ed utili ai fini commerciali sono solo una decina.
Tra di loro queste specie si differenziano per svariati fattori: l’altezza delle piante, la varietà delle foglie, il profumo del fiore, la grossezza ed il colore dei semi, il gusto, il contenuto di caffeina e la resistenza alle avversità climatiche.
Tra di esse le più diffuse, coltivate e conosciute sono la Coffea arabica (meglio conosciuta come “arabica”), la Coffea canephora (meglio conosciuta come “robusta”) e la Coffea liberica.

Dopo varie ricerche, la ditta Penna ha costatato che l’aroma della miscela arabica, conferiva al suo gelato, il gusto del vero caffè.

 

Il Pistacchio di Sicilia

Il pistacchio è un albero di preziosa produzione, che prospera in pochi luoghi di Sicilia, come in Caltanisetta, S. Cataldo, Caltauturo ed altri luoghi: vi prospera a preferenza nelle sciare pedemontane di Bronte. L’illustre Professore di Botanica nell’Università di Catania, Priore Benedettino P. D. Francesco Tornabene, in un suo opuscolo intorno a questa preziosa pianta fruttifera, loda i pistacchi di Bronte e loda i Brontesi quali buoni ed intelligenti coltivatori dei pistacchi del proprio territorio. Il pistacchio di Bronte, in siciliano chiamata frastuca (il frutto) o frastucara (la pianta) è una varietà di pistacchio (Pistacia vera cv Napoletana, innestata su Pistacia terebinthus) a Denominazione di origine protetta DOP. Il Pistacchio di Bronte è anche Presidio Slow Food.
Il 9 giugno del 2009 l’Unione europea pubblica il disciplinare che conferisce al pistacchio verde di Bronte la Denominazione di origine protetta DOP.

E’ questa una delle punte di diamante della ditta Penna, che sin dagli esordi, ha lavorato solo ed esclusivamente pistacchi di Sicilia, offrendo quel sapore inimitabile di un pistacchio made in Italy.

 

Le Fragole

In Calabria, tra le tante produzioni di punta, da alcuni anni v’è da annoverare anche il gustoso frutto che, nella varietà spontanea, una natura prodiga ha profuso a piene mani nei boschi montani e che la sapiente mano dell’uomo sta coltivando in aree di eccellenza come la Piana di Lamezia Terme (CZ).La produzione di fragola in Calabria riguarda quasi esclusivamente la specie a frutto grosso Fragaria × ananassa ed è concentrata quasi esclusivamente nell’areale citato, dove le condizioni climatiche, pedologiche (terreni sciolti, non calcarei e a pH neutro o subacido) e socioeconomiche (disponibilità di manodopera) sono particolarmente favorevoli per questa coltura, che rispetto alle altre presenti, come agrumi, olivo e ortive, ha assunto un ruolo economico predominante.

I Limoni di Sicilia

L’albero del limone è stato portato dagli arabi in Sicilia intorno al X secolo. L’Italia, sarebbe più corretto dire la Sicilia, si trova al primo posto della produzione mondiale di limoni con 7.75 milioni di quintali; al secondo posto l’America con 7,65 e terza l’India con 4,50 mentri gli altri paesi hanno così poca importanza da non essere presi in considerazione.
Il limone è il simbolo della nostra Sicilia, Luigi Pirandello nell’atto unico Lumie di Sicilia li mette in primo piano nelle mani del protagonista Micuccio Bonavino, che ha perfino pagato il dazio per portarli a Roma e regalarli all’ex allieva di canto.
E quando s’accorge che l’allieva ha perso quei valori siciliani dimenticandosi delle proprie origini, non esita a darli alla zia Marta e uscire di scena e dalla vita dell’allieva che a Roma ha avuto successo.
Da questi brevi cenni, si intuisce il perché della rigorosa scelta da parte della ditta Penna, di utilizzare i limoni di Sicilia. Domenico infatti, vuole essere il promotore del made in Italy nel Mondo e lo fa riproponendo un altro dei principali simboli della nostra terra.

 

 

I Fichi

Il fico (Ficus carica) è il frutto di una pianta maestosa, originaria dell’area mediterranea.
ll fico si presenta a forma di goccia ed il suo colore è diverso in base alla varietà così come la buccia che si può presentare più o meno spessa. In senso botanico, il fico non è il vero frutto, ma è il ricettacolo carnoso che al suo interno accoglie un gran numero di granelli, chiamati acheni, che sono il vero frutto della pianta.
Essendo questo un frutto molto caro e gradevole alla popolazione Calabrese e soprattutto pizzitana, Domenico ha voluto fare un tributo al suo paese d’origine, ideando un tartufo noce e fichi, nel quale è possibile apprezzare in tutta la sua dolcezza il frutto in pezzi.